Medicina di famiglia : compartecipazione e stima reciproca nella relazione di cura

Capita con una certa frequenza che ti arrivi in studio un paziente che è stato da più specialisti  e vuole decidere  che cosa fare con te, che sei il suo medico di famiglia . Pensa forse che tu sia più in gamba e più aggiornato dei luminari che ha consultato? Non credo proprio. Vuole solo un aiuto da parte di una persona conosciuta, che stima  e che gli è emotivamente vicina.

Mi ha stupito che Tommaso, ridotto a 40 KG per un male incurabile (una vera pena  vederlo  com’e’ ridotto ora ricordando come era…) , abbia rifiutato l’assistenza dei servizi specialistici domiciliari ASL e mi abbia chiesto di assisterlo in prima persona.  Poi però ho capito: sono andato a trovarlo a casa, ci siamo guardati negli occhi, lui sa che lo rispetto, e che anche se beve poco non gli metto per forza la flebo con i liquidi se lui non vuole.  

Rispetto e compartecipazione: se non ci sono, la relazione di cura non puo’ funzionare. Se non ci sono , meglio che medico e paziente ne parlino per cercare di capire …

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